unisa ITA  unisa ENG


La critica - Recensioni libri

Recensioni/ Libri



MAROSELLA DI FRANCIA E DANIELA MASTROCINQUE, Amiche di penna. Il romanzo epistolare di Anna Karénina ed Emma Bovary, Milano, Mondadori, 2016



Due grandi protagoniste della letteratura europea intessono un intenso dialogo epistolare che le porterà a raccontarsi l'una all'altra, a ragionare sulle rispettive vite e sul significato dell'amore, a comprendersi nel comune desiderio di felicità. È questa, in breve, l'affascinante operazione condotta a quattro mani da Marosella Di Francia e Daniela Mastrocinque, entrambe docenti di scuola superiore ma non estranee alla scrittura di racconti brevi e per il teatro.
La corrispondenza tra Anna ed Emma prende avvio al tempo in cui la prima è in Italia insieme all'amante Vrónskij. Desiderosa di conversare in francese, la lingua della sua infanzia, Anna affida al medico, chiamato a curare la sua bambina malata e originario di Rouen, una lettera affinché venga recapitata a una gentile signora della provincia francese. Venezia, 1º luglio è la prima di cinquantotto epistole attraverso le quali seguiamo le vicende delle protagoniste, e, in particolar modo, i loro moti interiori, affidati, nel romanzo, alla loro stessa voce.
Chi ha amato Anna Karénina e Madame Bovary potrà facilmente riconoscere le principali svolte narrative che di lettera in lettera vengono rievocate e potrà apprezzare le licenze che le autrici hanno adottato al fine di rinsaldare il legame metaletterario.
Emma, sfiduciata e priva di entusiasmo, accoglie la richiesta della corrispondenza con una sconosciuta di Pietroburgo come una possibile via di fuga dalla monotonia della propria esistenza. Fin dalla prime righe comunica all'amica di penna il suo interesse per la letteratura e le consiglia un romanzo che l'ha appassionata moltissimo: l'Epistolario di Abelardo ed Eloisa. A partire da questa passione condivisa le due donne si riconoscono quali anime inquiete, curiose e alleate. Emma si rammarica della noiosa vita di provincia, della semplicità del marito, parla ad Anna di nuovi incontri e conoscenze, le confessa la sua relazione con Rodolphe e il progetto, mai realizzato, di fuggire insieme, il conseguente rifugio nella religione e nella preghiera. L'incontro con Rossella O'Hara, giunta in Francia per affari con il marito Rhett Butler, le ridona fiducia nella vita e la voglia di emularla nel cammino dell'emancipazione. A lei, e non ad Anna, scrive dell'amore per Leon, giovane praticante, e le chiede di partire alla volta dell'America per poter finalmente abbandonare un mondo divenuto inospitale. Il fallimento del progetto di fuga al di là dell'Oceano e i debiti incombenti spingono Emma a compiere il gesto fatale che il lettore attende sin dalle prime pagine. Se Emma appare sedentaria nel corpo ma nomade per le sfumature di emozioni, Anna invece viaggia molto: dopo l'Italia si trasferisce a Parigi dove vive un periodo di piena felicità e incontra Swann e Odette, con i quali visiterà la tomba di Abelardo ed Eloisa nel cimitero di Père-Lachaise. Le sue lettere sono cariche di vivacità, dipingono serate a teatro, incontri con artisti, descrizioni di abiti alla moda, che Emma ammira con ingenua devozione. Parigi è il luogo che più avvicina le due amiche, non solo geograficamente ma anche per confidenza e intimità. Tuttavia Anna sarà costretta a tornare a Pietroburgo e qui, schiacciata dalle convenzioni del decoro e dall'insicurezza dei sentimenti dell'amato Vrónskij, seguirà Emma nella medesima, fatale decisione.
Non è solo il tragico finale a unire le due donne, né tanto meno la passione per la letteratura. È piuttosto il conflitto irrisolto tra l'ideale e il reale, del quale entrambe sono vittime illustri a tal punto che, nello scambio epistolare, le loro penne quasi si fondono cercando salvezza l'una nell'altra.
"Pensate a me, a voi, pensate a come soffriamo quando la vita si rifiuta di somigliare ai nostri sogni", scriverà Emma, lacerata dalla ricerca di un appagamento totale del desiderio d'amore.
"Voi sola non mi avete mai giudicato e io di certo sono stata lusingata dalla vostra ammirazione. Tutti gli altri mi avevano abbandonato", dirà a sua volta Anna, vacillante nelle antiche certezze.
La corrispondenza tra Emma e Anna non basterà a salvarle dalle pagine da cui sono state concepite. È la loro stessa memoria a liberarle, a renderle immortali come accade ai protagonisti di ogni classico.
Con grande capacità euristica e mimetica le autrici hanno saputo leggere tra le interlinee degli archetipi, hanno sfrondato la sontuosa architettura narrativa in cui erano stati concepiti arrivando allo scheletro letterario, hanno isolato e illuminato le svolte della trama ricomponendole in una prosa vivida e fluente, e hanno ridato parola a due eroine che, come direbbe Calvino, non hanno mai finito di dire quel che avevano da dire.


Federica Caiazzo