Intervista a Francesco Silvestri
a cura di Antonia Lezza
Quest'intervista è stata rilasciata a me il 29 aprile 2005.
Silvestri mi è apparso, come sempre, generoso e gentile nei modi, abbiamo parlato del teatro a Napoli, di amici comuni ed abbiamo parlato a lungo di un grande drammaturgo molto vicino a lui Annibale Ruccello.
Quali sono i problemi che incontra oggi un autore nel momento dell'elaborazione del testo?
Per me la scrittura ha rappresentato un'inclinazione naturale fino a quando mi sono sentito di portarla avanti, ma nel 2000, mi sono fermato; sono circa cinque anni che non scrivo. Mi sono trovato a non avere nulla da dire di "civile". Per esempio, Angeli all'inferno è un testo molto significativo sulla religione. Ma ora non trovo argomenti da sviluppare.
Qual è il tipo di testo che hai scritto?
Ho scritto alcuni testi importanti per me e che hanno avuto un grande successo dal 1990 al 2000. Poi, come ho detto, mi sono fermato. Nel periodo 1989-2000 non ho mai avuto problemi di successo, ho pubblicato senza difficoltà, ho avuto numerosi passaggi televisivi, poi, sono crollato.
Sei deluso?
Sì, credo di sì, ma non ho alcuna intenzione di morire. Non soffrirò di incomprensione.
Spesso i drammaturghi lamentano di non portare i loro testi in scena di sentirsi limitati nelle loro creazioni; tu non hai mai provato questo tipo di disagio?
No, come ti ho detto, ho scritto e rappresentato i miei testi fino al 2000, poi ho deciso di fare l'attore solamente. Non ho tempo per scrivere devi stare chiuso in casa e devi avere la possibilità di dedicarti completamente alla scrittura; la vita di attore non te lo consente, ma io mi sento realizzato a fare l'attore. Il testo di Eduardo Sabato Domenica e Lunedì ha avuto un grandissimo successo, chiudiamo la tournèe a Parigi. Attraverso il personaggio del ragionerie Ianniello si è realizzato quel necessario distacco tra me e il personaggio. Facendo l'autore ti identifichi nel personaggio, non così facendo l'attore. Il ragioniere non mi appartiene, mentre i miei personaggi mi appartengono molto, altri personaggi facevano parte della mia vita.
E questo era per te difficile?
La scrittura mi procura un dolore molto forte. Scrivere è difficile. Vedo che altri hanno facilità nello scrivere. Io non mi voglio fare del male, ho smesso di nascondermi dietro i miei personaggi.
Ma se dovessi oggi scrivere?
Ma non scrivo, ma se oggi dovessi scrivere non vorrei metaforizzare, non essendo un poeta come Moscato. Io oggi opterei per una scrittura realistica, senza però il tramite del palcoscenico, insomma penserei di scrivere un reportage, insisto sull'osservazione della realtà, odio la finzione.
E allora? Che dici del teatro?
Preferisco il cinema che mi stupisce.
Quale dei tuoi testi preferisci?
Nessuno.