1998
GOFFREDO FOFI, Un secolo con Totò, Napoli, Edizioni Libreria Dante & Descartes, 1998.
Questo volumetto, nasce nell'ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Antonio De Curtis, il comico principe più originale della scena cinematografica italiana del XX secolo, la cui maschera e bravura sono state paragonate ai più grandi comici del secolo scorso: Chaplin, Keaton e Laurel-and-Hardy.
L'autore ripercorre le tappe più significative della carriera artistica di Totò, concludendo che forse nessun altro napoletano, nel secolo scorso, ha interpretato in maniera straordinaria quanto lui il bene e il male, il fondo vero di una cultura fatta di paure e di insicurezze, di vecchio e di nuovo, di compromessi e di speranze, e di un amore mai sazio per la vita.
ROBERTO ESCOBAR, Totò. Avventure di una marionetta, Bologna, Il Mulino, 1998.
Già nelle pagine iniziali Roberto Escobar rivela che oggetto della sua indagine, in questo volume, è il cinema di Totò, anche se lo studioso è assolutamente consapevole che la vera vocazione di Totò fu il palcoscenico, fu il teatro il padrone della sua vita, oltre che del suo mestiere d'attore. Infatti, Escobar ricorda come verso il cinema, secondo quanto riferisce il regista Mario Monicelli, Totò mostrasse un certo disinteresse: "Sul set non c'era, o era comunque ridotto e snaturato, quello che sempre lui aveva cercato, sin dagli esordi tra i piccoli coetanei del rione Sanità: il contatto diretto con il pubblico, il piacere d'improvvisare sentendone la presenza fisica, immediata". Tuttavia, nei suoi film - osserva Escobar - nonostante il disinteresse con cui li possa aver interpretati, sopravvivono la sua maschera, la sua rivista, il suo varietà, il suo teatro.
NICOLA FANO, De Rege Varietà. Biografia probabile di un duo comico, Baldini e Castoldi, 1998.
Guido e Ciccio De Rege hanno formato il più celebre duo comico di avanspettacolo, consegnato alla storia non tanto dagli scarsi documenti scritti o visivi rimasti, quanto dai ricordi di chi li conobbe e a loro si ispirò, dai fratelli Maggio, alla coppia Carlo Campanini e Walter Chiari, da Eduardo De Filippo a Federico Fellini. Emblemi di un mondo artistico ormai scomparso, quello del Varietà composito che chiudeva o apriva sovente gli spettacoli cinematografici, i fratelli De Rege rivivono in questo libro di Nicola Fano attraverso i ricordi di quanti li conobbero.
Questo saggio dunque offre non solo il ritratto di due grandi ed insoliti artisti, quanto il fascino e la nostalgia di un mondo ancora in parte sconosciuto.
SALVATORE DI GIACOMO, 'O Mese Mariano, presentazione di Leopoldo Mastelloni, postfazione di Giulio Baffi, Napoli, Alfredo Guida Editore, 1998.
Questo breve atto unico di Salvatore Di Giacomo è pubblicato nella "Collana di teatro" dedicata agli autori napoletani da Alfredo Guida e diretta da Giulio Baffi, che di questo testo ha curato anche una Postfazione.
'O Mese Mariano narra il dolore di una madre che ignora che il figlio, ospite dell'Albergo dei poveri, sia morto. Nella Prefazione, Leopoldo Mastelloni definisce la piece "crudele (...) cattiva, ambiguamente blasfema" e, inoltre, ricorda la "geniale" interpretazione televisiva che di Mese Mariano diede Titina De Filippo.
FORTUNATO CALVINO, Cravattari, Napoli, Alfredo Guida editore, 1998.
Con il testo Cravattari, Fortunato Calvino affronta il tema dell'usura tratteggiando, con grande cura, i personaggi delle vittime e degli sfruttatori che appartengono a questo mondo. Da un lato chi è vittima si vergogna e si nasconde, dall'altro chi sfrutta il bisogno umano agisce per acquisire, di nascosto, sempre maggiori quote di ricchezza. Ma allo stesso tempo Calvino ci fa intravedere una via d'uscita.
Con Cravattari, nel 1995 Calvino vince il premio G. Fava e il premio Girulà - Teatro a Napoli come miglior autore della stagione teatrale napoletana 1996.
ANNIBALE RUCCELLO, Ferdinando, prefazione di Isa Danieli, postfazione di Giulio Baffi, Napoli, Alfredo Guida Editore, 1998.
Questo testo, tra i più conosciuti ed apprezzati di Ruccello, caratterizzato da una scrittura carica di ironia, fitta di riferimenti storici e letterari, che mescola insieme citazioni popolari e ricordi colti ed attinge ad altra letteratura, non soltanto napoletana, è piacevole alla lettura non meno che alla rappresentazione. È, senza dubbio, un testo originale, seducente, inquietante e divertente.
L'intreccio sorprendente della storia, con al centro la figura del giovane Ferdinando, è ambientato nell'Italia post-risorgimentale; infatti, la vicenda inizia il 5 agosto 1870, nove anni dopo la caduta del Regno delle Due Sicilie, in una vecchia villa borbonica ai piedi del Vesuvio.
RUGGERO CAPPUCCIO, Il sorriso di San Giovanni, con una nota introduttiva di Ruggero Cappuccio, Roma, Gremese, 1998.
Questo testo, scritto e diretto da Ruggiero Cappuccio, è una solenne e delicatissima partitura in cui dieci attori colgono ed interpretano i sensi di una dolcissima, straziante imprendibilità della memoria. Protagonisti del dramma sono: un poeta, suo fratello minore, cinque sorelle nubili, una cameriera, due viaggiatori misteriosi, una vecchia casa gentilizia quasi diruta, un paese immaginario non lontano da Napoli.
Il sorriso di San Giovanni è stato commissionato dal premio Candoni Arta Terme, direzione artistica Franco Quadri. Il testo è stato presentato in anteprima nazionale al Festival delle Orestiadi di Gibellina, il 2 luglio 1998.
RUGGERO CAPPUCCIO, Desideri mortali, con una nota introduttiva di Ruggero Cappuccio e due interventi di Dante Cappelletti ed Aggeo Savioli, Roma, Gremese, 1998.
È un testo (e poi uno spettacolo) composto e diretto da Ruggiero Cappuccio in forma di coreografia-sinfonia della morte, con personaggi ed ombre de Il Gattopardo, ma anche del più vasto immaginario letterario di Tommasi di Lampedusa, ipotizzando per le creature chiamate a materializzarsi una vita dopo l'esistenza terrena.
Desideri mortali (oratorio profano per Giuseppe Tomasi di Lampedusa) che debutta, il 24 maggio 1996, al Teatro Valle di Roma, ci testimonia che c'è ancora un teatro che sia sogno e viscere, che sia linguaggio in grado di ammaliare e spossare.
FRANCO AUTIERO, Ambo, Castellammare di Stabia, Edizioni EIDOS, 1998.
Il doppio: ovvero l'altro sé! Lo speculum, sulla duplice negazione di due personaggi uguali e contrari nello stesso momento/memento! In Ambo a dialogare sono due gemelli: Craje & Pscraje, che perpetuano in sé l'imago di Castore e Polluce.
Nella piéce di Autiero il ludo naturalistico del massacro tra i protagonisti è portato all'estrema conseguenza senza via di fuga!
PAOLO SOMMAIOLO, Il Café-Chantant. Artisti e ribalte nella Napoli Belle Époque, Napoli, Edizioni Tempo lungo, 1998.
Questo volume, che nasce da una ricerca di dottorato in Storia del teatro moderno e contemporaneo, ripercorre, in modo scientifico e rigoroso, gli anni d'oro del café-chantant a Napoli, tra la fine del secolo scorso e gli inizi del Novecento, recuperando la memoria storica di avvenimenti e personaggi che hanno animato una stagione culturale, partenopea e non solo, particolarmente intensa e vitale.
Il volume è arricchito da un preziosissimo repertorio fotografico.
Archivio Eduardo De Filippo. Copioni, quaderni di catalogazione a cura dell'Associazione Voluptaria, Napoli, 1998.
Il catalogo, curato da Ernesto Cilento, raccoglie gli interventi di studiosi attenti e rigorosi (Nicola De Blasi, Paola Quarenghi, Monica Brindicci, Franco Carmelo Greco). Circa 1500 copioni dell'Archivio di Eduardo catalogati ed ordinati secondo un criterio che viene esposto nelle note di catalogazione (pp. 57-58).