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La critica - Schede bibliografiche

2001

 

SILVANA LATTMANN, Da solstizio a equinozio. Diario amoroso, Postfazione di Maria Antonietta Grignani, Novara, Interlinea editore, 2001 (con Cd audio).
Con questo diario-confessione, Silvana Lattmann racconta un innamoramento che dura da un solstizio a un equinozio. Prima che arrivi l'inverno. La donna denuda la sua anima e la consegna "in trasparenza".
Il contingente rimane un tramite per l'incontro con sé, con gli altri e con la natura prorompente di un solstizio infuocato. L'amore rivelato trascende il corpo che non basta a contenerlo e diviene tensione protesa all'amplesso con il creato. Ogni cosa è partecipata e partecipe di una esperienza esaltante, improvvisa e dolorosa. Si sublima nell'anelito universale e unico dell'esistenza di ricongiungersi al tutto.
Nella Postfazione Maria Antonietta Grignani insiste sulla impossibilità di tacere da parte dell'autrice, sulla sua lotta alla "dissimulazione cui il pudore e le convenzioni sociali costringono i nostri atti verbali".
Un codice nuovo atto a demolire stereotipi, a ridisegnare parole e... solstizi ed equinozi.


20 anni di Teatro Nuovo. Memoria ribelle, a cura di Igina di Napoli e Angelo Montella, Napoli, AGN, 2001.
In questo catalogo è stata ricostruita la storia del Teatro Nuovo (inaugurato nel 1724), che quest'anno festeggia vent'anni di attività ininterrotta volta alla produzione di eventi, spettacoli e laboratori teatrali profondamente inseriti nella realtà sociale e culturale della città di Napoli. In questi vent'anni di attività del Nuovo è racchiusa la storia del teatro sperimentale napoletano ed italiano da Leo de Berardinis a Mario Martone, da Renato Carpentieri a Carlo Cecchi, per citare solo alcuni degli autori più significativi. Senza dimenticare che agli inizi del Novecento al Nuovo approda la rivista ed il grande teatro napoletano: Raffaele Viviani, i fratelli De Filippo, Totò e molti artisti stranieri.
Nel catalogo compaiono tanti racconti e tante esperienze che hanno caratterizzato l'ultimo ventennio dello storico teatro; in particolare vanno segnalati gli interventi critici di Enrico Fiore e di Giulio Baffi ed una testimonianza di Giuliano Longone.


ENZO MOSCATO, Sull'ordine e il disordine dell'ex macello pubblico. L'estremo, con la presentazione Settenoveciento di Francesco M. De Sanctis e ... 'a rivoluzione è scuppiata! di Antonio Bassolino, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 2001.
Il testo dedicato alla Rivoluzione Napoletana del '99, uno degli eventi storici più dolorosi della città di Napoli, è tratto dall'omonimo spettacolo messo in scena, in prima nazionale, il 17 gennaio del 2000, presso la Sala degli Angeli dell'Istituto Suor Orsola Benincasa. L'incipit del testo è forte: " 'A rivoluzione è scuppiata! / 'A rivoluzione nun se fa cchiù! / 'A rivoluzione è viva! / 'A rivoluzione nun parla cchiù!". Protagonisti de Sull'ordine e il disordine dell'ex macello pubblico. L'estremo sono i Fantasmi del '99: i corpi, i nomi, il sangue versato. La Lingua, come il pensiero-sentimento del testo, è estrema, tesa al limite. Ma non nel senso - scrive Moscato nell'introduzione - di un eccesso vernacolare bensì nell'accezione di lirica, poetica, metaforica, allusiva, ossia una Lingua che pesca sempre nel suo rovescio, mai nel suo diritto, razionale o emotivo.
Il volume è, inoltre, corredato da trenta tavole di Mimmo Paladino.


GIUSEPPE PATRONI GRIFFI, Allium, Cava de' Tirreni, Avagliano Editore, 2001.
Questo nuovo romanzo di Giuseppe Patroni Griffi segna il ritorno del grande regista alla narrativa, coinvolgendo il lettore in una vicenda appassionante e ricca di risvolti imprevedibili. L'ordito della trama si dipana come una partitura musicale: la vicenda si svolge sulla Costa Azzurra, al centro di essa è il bellissimo Raoul, pronto a concedersi ad ogni sorta di avventura notturna, finché non incontra una signora inglese di nome Magdalen con la quale vive una struggente storia d'amore. Una sera, però, investito da un'auto-pirata, Raoul perde una gamba, e, dopo questo doloroso incidente, nessuno sarà più attratto dal fascino del suo corpo.
L'autore con questa storia intrigante e "trasgressiva" cattura l'attenzione di chi legge con la sua scrittura semplice ed elegante, che, pur non risparmiando particolari scabrosi, non rasenta mai la volgarità.


RUGGERO CAPPUCCIO, Edipo a Colono, Presentazione di Roberto De Simone, Torino, Einaudi, 2001.
Nella collana "Collezione di teatro" Einaudi è pubblicato il dramma Edipo a Colono, la cui prima messinscena ha avuto luogo a Trieste, il 6 febbraio 1997. Edipo a Colono del regista e drammaturgo Ruggero Cappuccio è una riscrittura dell'omonimo testo di Sofocle anche se del drammaturgo greco rivendica solo la traccia. Il drammaturgo napoletano, dichiarandosi scettico verso gli allestimenti filologici, da lui considerati "operazioni puramente estetiche", e verso le attualizzazioni che inseguono le mode, ricrea una Colono immaginaria, ovvero un ospizio per poveri dei nostri giorni. Edipo è visto da Cappuccio come "un grande paradigma del dolore autentico, senza oleografia [...], una porta d'accesso dell'uomo in sé stesso."
Importantissima è, poi, l'operazione linguistica fatta da Cappuccio, sulla quale si sofferma Roberto De Simone nella sua Presentazione: "Il giovane scrittore è autore di una singolare opera tragica, in cui prendendo le distanze dal napoletanese dialetto eduardese, è tornato a una stilizzatissima parola siciliana, Valle dei Templi, assediata brutalmente dal cemento linguistico del cinema o della televisione di regime".


EDUARDO DE FILIPPO, Lezioni di teatro. All'Università di Roma "La Sapienza", Torino, Einaudi, 2001.
Nel 1981 Eduardo potè finalmente realizzare all'Università di Roma un vecchio progetto: una scuola di drammaturgia per insegnare a scrivere un testo teatrale e a portarlo sulla scena. Al centro di un lavoro, che è insieme individuale e collettivo, ci sono la scrittura teatrale, l'analisi dei testi classici, le esercitazioni su un soggetto assegnato, ma anche la creazione di testi originali, l'approfondimento degli intrecci e dei personaggi, il rapporto tra il testo e l'interpretazione. È un Eduardo "dal vivo" quello che si muove nelle pagine di questo libro, che non impartisce lezioni teoriche e nemmeno delle tecniche vere e proprie, ma si rifà ad una pratica di insegnamento artigianale, abbandonandosi ad una riflessione ad alta voce, alle divagazioni sul teatro e sul cinema. Eduardo, dunque, si presenta non come un professore, ma come figlio d'arte, come uno scrittore venuto dalla pratica, dalla bottega del teatro, legato alle sue radici, perché la tradizione "è la vita che continua". Per questo il libro, come sottolinea Ferruccio Marotti nella Prefazione, non offre soltanto una lezione di teatro, ma anche una lezione di vita e di poesia, concorrendo a delineare una autobiografia indiretta del grande autore napoletano.


NICOLA FANO, Le maschere italiane, Bologna, Il Mulino, 2001.
Verso la metà del Cinquecento gli antichi riti pagani di Carnevale, Quaresima e Maggio, si assestarono in quella che venne chiamata la Commedia dell'Arte e che gli stranieri chiamarono già "Commedia all'Italiana". In quell'epoca nacquero le prime compagnie professionali stabili di attori di strada, che per procurarsi da vivere dovettero andare incontro ai gusti popolari del loro pubblico e imboccare, a differenza di altri teatri europei finanziati dalle corti, la strada del realismo, della comicità e dello sberleffo irriverente.
Questo libro spiega come la comicità, per effetto del suo destinatario, ha finito con lo scrivere un'autobiografia comune degli italiani pur quando l'Italia non era altro che un semplice luogo geografico dalle identità locali diverse. Arlecchino, Pantalone, Pulcinella, secondo Nicola Fano, sono prototipi di quel misto di scaltrezza e cinica acquiescenza che fino a Totò "hanno fatto trionfare in scena sempre gli stessi trucchi, gli stessi gesti rapidi e indolenti, le stesse burle, plasmando, lungo quattro secoli, un carattere comico proprio degli italiani".


CARLOTTA SORBA, Teatri. L' Italia del melodramma nell'età del Risorgimento, Bologna, Il Mulino, 2001.
Questo libro ripercorre la storia sociale del teatro d'opera nella prima metà dell'Ottocento, ricostruendone il ruolo nella vita civile degli Italiani. Prendendo le mosse dal moltiplicarsi degli spazi teatrali, l'autrice mostra come la grande stagione produttiva aperta da Rossini e poi da Bellini e Verdi si innesti e trovi un proprio slancio particolare in quel sistema di strutture materiali costituite dai teatri di città e tenute insieme dai circuiti impresariali. In questo quadro, sottolinea l'autrice, le opere nuove circolano con una rapidità ed una frequenza sorprendenti se si pensa all'arretratezza del sistema di comunicazioni che collegava tra loro i vari stati preunitari, coinvolgendo un pubblico molto più ampio e variegato di quello dei lettori di libri. Luoghi centrali dell'educazione emozionale degli Italiani, i teatri riflettono negli anni più caldi del Risorgimento l'effervescenza politica del paese.
Tanto più sorprendente, per questo, appare il declino che sia le strutture teatrali sia la produzione operistica conoscono dopo l'Unità, quando la caduta delle corti, la debolezza finanziaria dei municipi e il declino del "palchettismo" sembrano mettere definitivamente in crisi quel sistema teatrale che si era consolidato tra Sette e Ottocento.


Donizetti Napoli, l'Europa, a cura di Franco Carmelo Greco e Renato Di Benedetto, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2001.
La ricorrenza, nel 1997, del secondo centenario della nascita di Gaetano Donizetti ha promosso la fioritura degli studi dedicati alla figura e all'opera del musicista bergamasco. I saggi raccolti in questo volume si concentrano sul periodo napoletano del maestro: gli anni esaminati (1822-1838) coprono quasi due terzi della sua vertiginosa attività. Le indagini corrono su un doppio binario, con gli opportuni interscambi: da una parte approfondiscono e sviluppano tematiche di ricerca specificamente drammaturgico-musicali, con particolare attenzione ai rapporti, ancora poco studiati, dell'opera romantica italiana con il mondo teatrale francese; dall'altra illuminano aspetti, talvolta inediti, del contesto culturale e sociale napoletano. Sotto questo profilo, di singolare interesse appaiono le ricerche impostate e coordinate da Franco Carmelo Greco sui meccanismi di produzione teatrale, che mettono a nudo quale aspra realtà poteva celarsi dietro l'abbagliante magia della scena lirica.


ROBERTO ALONGE - GUIDO DAVICO BONINO, Storia del teatro moderno e contemporaneo. Vol. III. Avanguardie e utopie del teatro. Il Novecento, Torino, Einaudi, 2001.
Questo volume sottolinea come il rinnovamento ed il raffinamento delle metodologie d'indagine storiografica, che si sono determinati nell'ultimo trentennio, hanno consentito di allargare il concetto di "storia del teatro", che comprende ormai, almeno in via teorica, non solo la danza ed il balletto, il mimo ed il teatro lirico, ma anche tutte le manifestazioni che hanno qualche valenza spettacolare: dalle processioni religiose alle performance dei giocolieri e degli artisti del circo, sino a "rasentare l'inclusione dello stesso ludo sportivo".
Insomma non più "teatro", ma, come spiegano gli autori, "spettacolo teatrale". Ripetono gli autori un concetto ben radicato e forse, attualmente, in parte superato o superabile che la storia del teatro non è unicamente " storia del testo teatrale", ma piuttosto la "storia di un evento, che si consuma e si determina all'interno di un triangolo magico il quale ha come vertici il pubblico, gli attori, il testo".


Totò e Peppino, fratelli d'Italia, a cura di Alberto Anile, prefazione di Lello Arena, postfazione di Roberto Escobar, Torino, Einaudi, 2001 con videocassetta Totò, Peppino e... (ho detto tutto).
Questo volume, curato dallo storico del cinema Alberto Anile, ripercorre la cronologia personale ed artistica di Totò e Peppino De Filippo, dall'adozione teatrale del principe De Curtis nella famiglia De Filippo alle esperienze teatrali comuni tra alterne vicende, fino al grandissimo successo cinematografico di Totò, Peppino e la ... malafemmina. Affiancano i saggi di Alberto Anile e del critico cinematografico Roberto Escobar, un nutrito gruppo di testimonianze contemporanee (Antonio Albanese, Diego De Silva, Antonio Pascale) e quelle di attori che, a vario titolo, hanno collaborato con entrambi (Giacomo Furia, Teddy Reno, Franca Faldini, Angela Luce).
La prefazione è di Lello Arena, che ha anche ideato e curato l'intero progetto. Completa il libro la preziosa videocassetta Totò, Peppino e... (ho detto tutto).


VITTORIO PALIOTTI, Salone Margherita, Napoli, Altrastampa Edizioni, 2001.
Con questo volume, corredato da belle illustrazioni e foto d'epoca, Vittorio Paliotti intende testimoniare il ruolo svolto dal Salone Margherita, nella Napoli tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Di grande interesse sono la cronaca dell'epoca, con larga citazione testuale delle fonti coeve e le tante biografie, per molti versi inedite, dei protagonisti che hanno fatto la storia del Teatro. Tra esse spiccano quelle di Nicola Maldacea, Amelia Faraone, Pina Ciotti, Scarpetta e Scarfoglio, Eugénie Fougère, Lina Cavaliere e La Bella Otero. La speranza, conclude Paliotti, "è che nel futuro il Salone Margherita possa tornare nella storia".


LICIA MAGLIETTA, Delirio amoroso, Napoli, Dante & Descartes, 2001.
Delirio amoroso nasce da un incontro prima con la scrittura e poi direttamente con la poetessa Alda Merini, con la quale l'attrice-autrice napoletana ha instaurato una profonda e divertita amicizia. Il titolo è preso a prestito proprio da una delle pubblicazioni della Merini e si sviluppa attraverso un excursus che poggia su due motivi fondamentali: l'esperienza/reclusione manicomiale e l'amore. Pièce di altissima tensione emotiva, in cui accanto al dolore del vivere, al martirio che a volte rasenta l'estasi, è palpabile il senso di una disperata vitalità.


MASSIMO TROISI, Il mondo intero proprio, Milano, Mondadori, 2001.
Questo libro raccoglie le battute più belle e divertenti di Massimo Troisi, con il fine di ricostruire, attraverso le sue stesse parole, il suo breve ma intenso percorso artistico. I lettori potranno ritrovarne, infatti, l'inimitabile repertorio, l'inconfondibile miscela di ingenuità ed arguzia e l'uso personalissimo del dialetto napoletano, tutti ingredienti che hanno reso Troisi un interprete assolutamente originale.
Le frasi, tratte dal materiale più vario (interviste, esperienze teatrali, apparizioni televisive), sono strutturate in piccoli capitoli, che danno vita ad un libro breve ed essenziale, che restituisce, in tutta la sua ricchezza, il profilo umano ed artistico di un attore arrivato al successo senza perdere nulla del suo "candore" e della sua intelligente ironia.


GOFFREDO FOFI - FRANCA FALDINI (a cura di), Totò, l'uomo e la maschera, Torino, Einaudi, 2001.
Questo libro raccoglie le battute, gli sketch, il meglio del teatro, dei film e delle farse di Totò, raccontato dalla sua compagna di vita, Franca Faldini, e da uno dei critici più attenti di Totò, Goffredo Fofi, che si è occupato dell'opera del grandissimo artista napoletano. Nel volume, inoltre, compaiono le testimonianze di chi lo ha conosciuto bene: da Eduardo De Filippo a Cesare Zavattini, da Mario Monicelli a Federico Fellini, da Dario Fo a Pier Paolo Pasolini.


ANGELO PUGLISI, In casa Cupiello. Eduardo critico del populismo, Roma, Donzelli Editore, 2001.
In questo volumetto viene offerta al lettore una ulteriore chiave di lettura della produzione eduardiana; infatti, l'autore attraverso una rilettura delle opere maggiori del drammaturgo napoletano (Natale in casa Cupiello, Napoli milionaria!, De Pretore Vincenzo, Il sindaco del Rione Sanità e Le voci di dentro) ci propone l'immagine di un Eduardo come critico del populismo.


LORENZO MANGO, Alla scoperta di nuovi sensi. Il tattilismo futurista, Napoli, Città del sole, 2001.
L'autore affronta con ampi riferimenti testuali il rapporto tra visività e tattilità nella poetica marinettiana con il coinvolgimento di nuovi sensi nella fruizione estetica. Il Futurismo è il momento culminante della cultura italiana degli anni Venti e il Tattilismo è sicuramente la fase determinante che investe il teatro, la poesia e il romanzo marinettiano, apreno, così, un nuovo percorso a quell'uomo moltiplicato che si libera della schiavitù dell'io.


ANTONELLO RICCI - ROBERTA TUCCI, La capra che suona, Roma, Squi[libri] Editore, 2001 con CD.
Lungo un itinerario di centoquaranta fotografie e di ventitré brani su cd, il libro ci immerge in mezzo a voci, suoni e volti della Calabria, in una lunga e appassionata ricerca sul campo durata vent'anni (1977-1997). La capra che suona è la zampogna, strumento simbolo della tradizione orale, utilizzata nelle feste rituali, sacre e profane.


PIER PAOLO PASOLINI, Teatro, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, Milano, Mondadori, 2001.
Finalmente è disponibile la prima raccolta completa dei testi teatrali di Pier Paolo Pasolini. Le sei tragedie, tutte ideate e stese nel corso dell'estate del 1966, ma non solo: le numerose opere giovanili, alcune in edizione integrale, altre solo antologizzate e le traduzioni.
Il volume si apre con le interviste a Luca Ronconi e Stanislast Mordey, che forniscono un'interessante lettura della produzione teatrale pasoliniana ed illustrano il segno profondo che ha lasciato il suo teatro. Ronconi e Mordey accertano che Pasolini scrive per il teatro solo quando acquisisce sofferta coscienza dell'irrilevanza sociale del letterato-umanista, ormai del tutto incapace di incidere sulla realtà. Luca Ronconi, inoltre, sottolinea che la drammaturgia pasoliniana, a forte matrice autobiografica, nasce dalla volontà di trovare nuove forme di comunicazione, "capaci di individuare inediti e residui spazi di movimento per l¹ intellettuale in crisi politica e psicologica. Scelta che impone di ripartire da zero, accettando soltanto il puntello del teatro classico".


WILLIAM SHAKESPEARE, Otello, a cura di Paola Cinque, Fabrizio Coscia, Stefania Maraucci, Napoli, L'Isola dei Ragazzi, 2001.
Si chiama "La bottega dell'arte" la nuova collana della casa editrice napoletana l'Isola dei Ragazzi, che si propone come un laboratorio per esercitare la fantasia dal testo alla scena, facendo leva sulla finzione per reinventare la realtà. I testi vogliono offrire l'occasione di spunti nuovi e aggregazione ludica, ma anche di apprendimento attraverso la drammatizzazione, resa possibile da una serie di suggerimenti pratici offerti dai libri stessi. Il progetto parte con una delle opere teatrali più impegnative, l'Otello di William Shakespeare.
L'Introduzione, curata da Paola Cinque, Fabrizio Coscia e Stefania Maraucci, offre un completo apparato di strumenti utili alla lettura e alla messinscena della tragedia. Corredano il volume le illustrazioni di Silvia Cinà.