2010
RAFFAELE VIVIANI, Poesie. Opera completa, a cura di Antonia Lezza, Napoli, Guida, 2010.
Pubblicato nella collana "Passaggi e percorsi", diretta da Emma Giammattei e Giuseppe Galasso, il volume raccoglie l'opera in versi di Raffaele Viviani, grande e originalissimo attore-autore, capocomico, poeta e cantautore del Novecento. In questa silloge confluisce per la prima volta tutta la produzione lirica di Viviani, dalla sua prima raccolta (Tavolozza, 1931) fino all'ultima (Poesie, 1990), con l'intento non solo di far conoscere la complessa e ibrida scrittura in versi vivianea, ma anche di attribuire a questo particolarissimo autore il posto che gli spetta tra i poeti del Novecento italiano. La raccolta, curata da Antonia Lezza - la maggiore studiosa dell'opera vivianea -, presenta in apertura l'Introduzione, che costituisce il primo studio sistematico e organico sulla poesia di Viviani. Qui la studiosa in primis chiarisce la questione delle edizioni delle Poesie, in seguito traccia la storia della fortuna critica delle Poesie a partire dal saggio di Paolo Ricci alle osservazioni di Pier Paolo Pasolini e alle pagine illuminanti di Enrico Malato fino al recente studio di Stefano Manferlotti. Nella seconda parte dell'Introduzione la studiosa conduce un'analisi raffinatissima dei singoli componimenti della silloge, esaminando le strutture compositive e i loro procedimenti stilistici, i personaggi-chiave e le tematiche, i richiami intertestuali e i tòpoi della poetica vivianea.
È opportuno sottolineare come nell'Introduzione il teatro di Viviani sia presentato come la chiave di lettura per penetrare il senso della sua opera in versi. Attraverso i continui richiami intertestuali, la studiosa evidenzia come per analizzare la produzione lirica vivianea non si possa prescindere da quella drammaturgica.
Segue il corpus delle poesie che è costituito complessivamente da 147 componimenti, organizzati in due parti: Poesie e Altre poesie. Completa il volume una preziosissima Appendice e un imponente apparato bio-bibliografico: la Cronologia delle poesie, la Cronologia della vita e delle opere, la Bibliografia e la Discografia. In chiusura la Nota al testo, i Criteri di trascrizione e le Varianti documentano il rigore filologico posto alla base di questa edizione.
FRANCO MARCOALDI, Sconcerto, con una conversazione tra Giorgio Battistelli, Franco Marcoaldi e Toni Servillo, Milano, Bompiani, 2010.
Sconcerto è il volume pubblicato da Bompiani, relativo all'omonimo spettacolo, esperimento di "teatro di musica", frutto della collaborazione del regista e attore Toni Servillo, del compositore Giorgio Battistelli e del poeta, giornalista e scrittore Franco Marcoaldi. In uno scritto introduttivo al monologo Marcoaldi spiega le ragioni di un lavoro in cui musica, testo e azione si sono sviluppate in simbiosi, creando sinergie inscindibili. Il disordine di una società in cui "la violenza ingoia il coraggio, mani incendiano i boschi, il falso ingoia il vero" (pp. 24-25) sconfina nella mente di un direttore d'orchestra che disorientato e, quindi, sconcertato è incapace di dirigere, perdendo il senso del proprio ruolo. D'altronde, il titolo Sconcerto - ha precisato Servillo in un'intervista - "significa che il concerto fatica a impaginarsi perché colui che dovrebbe farlo dà voce a quella perdita di senso in cui ci sentiamo precipitati. Racconta lo sgomento che viviamo, non solo morale o ideologico, ma una condizione che si riflette sul linguaggio e ci impedisce l'autenticità delle emozioni." (Titta Fiore, Lo Sconcerto del mondo e l'armonia della musica, "Il Mattino", 31 gennaio 2011)
Il monologo è uno sgorgare di pensieri confusi che spaziano dalle morti bianche al problema dei rifiuti attraverso un ritmo ridondante che esprime il flusso caotico di informazioni che si depositano nella nostra testa, uno spazio di cui non si è più padroni. Il testo drammaturgico è seguito da una conversazione finale tra gli ideatori di una pièce, frutto di un metodo di lavoro del tutto nuovo che distingue questa prima prova di "teatro di musica" dal melologo o dall'opera. Un testo da leggere ad alta voce, o, come consiglia l'autore, da recitare.
RUGGERO CAPPUCCIO, Fuoco su Napoli, Milano, Feltrinelli, 2010.
Edito nella collana "I Narratori" della Feltrinelli, è in libreria il nuovo di romanzo di Ruggero Cappuccio, dal titolo emblematico Fuoco su Napoli. Dopo la prima opera narrativa, La notte dei due silenzi (finalista al Premio Strega), ambientata tra Napoli, Palermo e Amalfi, con Fuoco su Napoli Cappuccio focalizza la sua attenzione sulla città di Napoli e sul fallimento della classe dirigente locale.
L'incipit apocalittico ("Al massimo tra cinque mesi Napoli finirà di esistere. Al massimo tra cinque mesi Napoli non ci sarà più. I Campi Flegrei ci stanno preparando il benservito. La città sarà distrutta") contiene in nuce il segreto della rinascita di Napoli: sarà proprio la Natura a ripristinare l'ordine delle cose, sarà la Natura a distruggere la Città ma, allo stesso tempo, a purificarla e liberarla dall'ingordigia umana e dalla violenza estetica che per secoli l'ha devastata ("La natura desiderava la fine della storia che non le piaceva e la rigenerazione della storia che voleva").