Economia e lavoro
a cura di
Prof. Davide Bubbico (dbubbico@unisa.it)
Prof. Roberto Iorio (riorio@unisa.it)
Il settore economico, grazie alla strumentazione quantitativa di cui questo tipo di studi tipicamente si avvale, è in grado di fornire delle valutazioni empiricamente solide degli effetti delle politiche sociali di contrasto alla disoccupazione, alla povertà, al disagio sociale.
Ma soprattutto indaga le dinamiche economiche che portano al determinarsi di situazioni di squilibrio che richiedono l'intervento correttivo pubblico.
Il settore economico dell'OPS indaga dunque il mercato del lavoro locale, le determinanti della domanda e dell'offerta di lavoro e le possibili cause della carenza della prima o del mancato incontro tra di esse, causando così il problema della disoccupazione o della "cattiva occupazione", fonti primarie di povertà e disagio sociale.
Si indagano dunque natura e caratteristiche del tessuto industriale locale, le tipologie di competenze richieste, l'offerta di competenze esistente; al centro dell'attenzione sono pertanto i processi di sviluppo tecnologico e le capacità innovative del tessuto industriale locale, il grado di internazionalizzazione delle imprese, la formazione fornita dalle imprese, i meccanismi di formazione del capitale umano locale, la relazione tra mondo dell'istruzione e mondo del lavoro, tra università e industria, i meccanismi di trasferimento tecnologico, nonchè le dinamiche di precarizzazione dei rapporti di lavoro, che possono generare "working poors" e sono dunque un'ulteriore causa di disagio sociale.
Questi ambiti di analisi e di osservazione, apparentemente slegati tra loro, sono invece guidati dalla consapevolezza che tutto questi aspetti dell'economia locale sono in realtà tessere di un mosaico, tali che solo l'armonioso equilibrio tra esse può generare dinamiche virtuose di sviluppo locale.
Un'altra componente fondamentale dello sviluppo locale, ed oggetto privilegiato di attenzione. sono il livello e dinamiche del "capitale sociale". Si indagano dunque l'entità e le determinanti della partecipazione ad attività di volontariato e di associazionismo, in campo sociale, ricreativo e culturale, attività volte all'incremento del benessere individuale e collettivo al di fuori della pura logica produttiva e di mercato, ma guidate invece dalla logica del dono, dell'altruismo, dell'interesse per la "cosa pubblica", basate sulla fiducia ed in grado di generare non semplici rapporti sinallagmatici ma "reti". Lo studio di questo versante dell'attività umana, sempre osservata a livello locale, sarà dunque basato sui principi di un'economia "politica" in senso proprio ovvero di un'economia "civile" nella nobile tradizione degli illuministi italiani del Settecento (Genovesi, Filangieri) , rinverdita da moderni studiosi come Zamagni, Becchetti, Bruno.
Bibliografia essenziale:
Giacomo Becattini, Mercato e forze locali, Bologna, Il Mulino, 1987.
Carlo Trigilia, Sviluppo Locale. Un progetto per l'Italia, Roma-Bari, Editori Laterza, 2005
Leonardo Becchetti, Luigino Bruni , Stefano Zamagni, Taccuino di Economia Civile, Ecra, 2016.
Granovetter M. (1973) La forza dei legami deboli; in: La forza dei legami deboli e altri saggi. Liguori 1998 (articolo originale: The strength of weak ties, in «American Journal of Sociology», 78, 1973, pp. 1360-1380).